Posti del cuore: lo Chalet La Burraia


21 Settembre 2021

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Vi ho già parlato del Casentino, della nostra casa Poppiena, di quanto ogni generazione della nostra famiglia abbia un pezzo di cuore che cresce e vive in mezzo a quelle magiche colline.

Oggi vi voglio raccontare un’altra sfumatura di bellezza casentinese: la zona del Passo della Calla e dello Chalet La Burraia. La Calla è essenzialmente una strada di tornanti lunga 15 chilometri, una salita impervia (ci è passato persino il giro d’Italia quest’anno!) che collega il Casentino all’adriatica Romagna. Alla Calla si toccano i 1300 metri di altitudine, e addirittura c’è un piccolo impianto sciistico in località Burraia con tanto di skilift e noleggio sci.

Siamo habitué del posto, in famiglia. Ci andiamo tanto d’inverno quanto d’estate, per attività sportive diverse: d’inverno ci godiamo il pistino da sci, grattando via la ruggine dalle ginocchia nell’attesa di andare all’annuale settimana bianca a San Cassiano in Val Badia; d’estate ci facciamo delle grandissime camminate nei sentieri C.A.I. immersi nel parco nazionale delle foreste casentinesi, e quando ho tempo libero riesco persino a sconfinare con una pedalata in bicicletta!

Che ci sia la neve, la pioggia, il sole; che lo sforzo fisico sia stato intenso o minimo, l’obiettivo finale, il santo arrivo dopo le curve del Passo della Calla, è sempre e soltanto uno: lo Chalet La Burraia.

In quest’estate 2021 ci siamo andati due volte, alla Burraia. La prima volta è stata una sessione di pranzo collettiva post-biciclettata, la seconda è stata più raccolta, dopo una bellissima, spirituale camminata C.A.I. di cui vi parlerò più avanti (perché le cose belle vanno dosate, vanno ricordate poco alla volta, per dargli la giusta importanza).

Lo Chalet la Burraia è un locale bellissimo, uno Chalet appunto, incastonato in un terrapieno della montagna. Siamo a mezz’ora da Pratovecchio, a un’ora e mezza da Firenze, eppure niente “C” aspirate e maremma maiala qui: si parla romagnolo duro, e si mangia romagnolo grasso e gioioso.Ci sono anche stanze da letto per dormire, e strategicamente è una posizione perfetta per chi fa bici, trekking e tutte le attività fisiche da svolgere nella natura. Sei vicino a tanti sentieri diversi, puoi scendere a valle sia in Toscana che in Romagna, insomma sei nel posto giusto. Alla Burraia c’è sempre gente a mangiare, e ciò certifica quanto bene si mangi qui, perché ci devi arrivare. E’ lontano da tutto, devi proprio volerci arrivare. Mi chiedo sempre come facciano con i carichi-scarichi, loro.

“Eh bella mia,” fa Paolo, il gestore della Burraia “qua mica c’è la coop dietro l’angolo. Devo scender giù a Corniolo e son venti chilometri di curve, se manca qualcosa o ci siam scordati la farina. Anche perché qua facciam tutto noi, va là!”

Paolo è lo storico gestore dello Chalet. Un personaggio da romanzo postmoderno, probabilmente se si mettesse a tavola dopo il caffè potrebbe intrattenerci per ore e ore con le sue storie. Sembra una persona che ha vissuto tanto, in lungo e in largo. Sul braccio ha tatuato un leone blu contornato da fiamme rosse. Lo sfoggia con orgoglio.

“E’ la mia vita… la Fortitudo Basket, la Fossa dei Leoni! Ci ero dentro sin dagli inizi io… il basket e la Fortitudo son due amori immensi davvero, purtroppo non abbiamo le coppe di quei maledetti virtussini però c’abbiamo tanto cuore e siamo noi la vera squadra di Bologna!” rincara la dose, Paolo, mentre ci fa accomodare nel terrazzo all’aperto con vista sul fitto bosco appenninico.

La sua compagna è bravissima e accogliente, così come tutte le ragazze di sala. Il servizio è veloce e calibrato, non aspettatevi il sommelier fighetto che se la tira. Vino rosso della casa, Sangiovese classico di queste zone, e partiamo con gli ordini.

Allo Chalet La Burraia si mangia da Dio. I sapori sono veraci. Non c’è niente che ti lascia insoddisfatto: antipasti, primi, secondi, dolci. Potrei citarvi l’intero menù a memoria, anche perché loro sono onesti, non ti propongono diecimila portate e preparazioni diverse, vogliono mantenere una qualità alta nonostante facciano anche cento, centodieci coperti.

“Quest’anno ci state massacrando!,” scherza Paolo “ma ne siam felici perché dopo un anno buio di covid e chiusure ci vuole rivedere questo posto con la gente seduta tranquilla, ce lo meritiamo”.

Se lo meritano sì, perché investire con questa tipologia di ristorazione, semplice ma vera, onesta, dal gusto autentico, in una località piuttosto lontana dall’essere attrattiva turistica, è un grande sforzo. Paolo e il suo staff ce la mettono tutta per rendere perfetta l’esperienza alla Burraia, d’inverno organizzano anche le ciaspolate nel bosco con cena conclusiva davanti al fuoco del camino.

La regina del menù, tra crostini ai porcini, cinghiale in salmì e tagliata succosissima al sale di Cervia, è una e soltanto una: la famigerata SPOJA LORDA. Ho i brividi e la fame soltanto a scrivere queste due parole.

“La Spoja Lorda è la quintessenza della Romagna,” ci spiega Paolo “è una sfoglia sottile, farcita con una crema fatta da mortazza tritata, formaggio squacquerone, parmigiano, condita con speck, pomodori, rucola e una squintalata di formaggio di fossa, bello saporito e verace. Il tutto ovviamente spadellato nel burro, ché qua non scherziamo mica!”

La ordiniamo tutti. La finiamo tutti. Ordiniamo un altro primo a testa. La spoja lorda purtroppo è finita, ma ci buttiamo sulle tagliatelle con formaggio di fossa, e la scelta è azzeccata perché i sapori sono simili a quelli della spoja lorda, c’è il formaggio di fossa che è davvero una bomba di sapidità e persino di amarezza finale. Stimola tutti i gusti, un piatto così.

Mangiare qui è sempre bello. Mi viene in mente quando ci arrivi d’inverno, quassù, e fa un freddo abissale, e Paolo e la compagna son pronti ad accoglierti oltre il bancone con una grande e bollente tazza di cioccolata calda. Penso alla dedizione dietro le paste ripiene, fatte a mano con mattarello e tanto olio di gomito. Penso alla cottura perfetta del cinghiale, alla semplicità della crema catalana con lo zucchero caramellato sopra.

“Io non so se qua siamo bravi a far da mangiare, a far stare la gente, però finché vedo le facce sorridenti quando mangiano vuol dire che le cose le facciam bene e soprattutto spero si senta che le facciamo di cuore, ci mettiamo tutto il cuore possibile!” ci dice Paolo quando andiamo a pagare, e ci offre un giro di grappa “totalmente fatta da me, per stomaci duri!”.

E’ un gran posto, lo Chalet La Burraia. Veniteci, non ve ne pentirete!

Uno dei miei posti del cuore. Forza Burraia, Forza Casentino, e a questo punto anche Forza Fortitudo!