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Come ormai saprete bene, ho tre figli in casa da sfamare quotidianamente.
Uno fa pugilato e mangia come un bufalo ma vabbè, lo giustifichiamo perché si allena.
Un altro ha sedici anni, quasi diciassette, e mangia a quattro palmenti per scompensi ormonali, e lo giustifichiamo.
L’altro ha dieci anni, cucina spesso con me ed è bravissimo, quindi come ogni chef che si rispetti assaggia e mangia e vi assicuro che si fa delle porzioni da maggiorenne, non da quinta elementare. E giustifichiamo pure lui per meriti acquisiti sul campo!
La domanda è: e cosa mangiano?
Tutto.
Il problema è: non staranno male a mangiare tutta ‘sta quantità di cibo?
No.
Perché?
Perché hanno una mamma chef che sa variare il menù, e che riesce a trarli in inganno con piccoli trucchi del mestiere, convincendoli che le polpette al sugo siano vere polpette di carne, mica polpette di soia. Aggiungendo delle spezie alle lenticchie decorticate per ricordare il sapore del jerked pork, un piatto jamaicano di cui vi parlerò. Ricercando degli straccetti di seitan affumicati che mischiati a delle patate al forno sono una grande alternativa al pollo arrosto.
Lorenzo, Edoardo e Riccardo sono infatti dei fortissimi braciatori. Mangerebbero carne anche la mattina, inzuppata nel caffèlatte. Già mi vedo Edoardo all’università che si cucina due hamburger a colazione.
“Fonte di proteine!” mi direbbe Lorenzo.
Sì, ma anche fonte di inquinamento.
Io cerco sempre di scegliere allevatori locali, vado spesso a fare la spesa di carne dai miei amici del Fadini e, se posso, da Vito Ribecco a Ginosa. So che da loro troverò ottimi tagli a ottimi prezzi, e la provenienza della carne non sarà di qualche sottovuoto polacco ma della murgia barese e tarantina.
Però, nonostante queste mie accortezze nella scelta dei fornitori, bisogna tenere a mente che il consumo massiccio di carne nuoce alla nostra salute di individui direttamente, ma soprattutto fa male alla terra.
Gli allevamenti intensivi di bestiame producono il 14.5% del gas ad effetto serra dell’intero pianeta. Per produrre una tonnellata di carne bovina, si consumano 31mila litri d’acqua. Una tonnellata di cereali la tiri su con 4500 litri d’acqua.
Per non parlare poi delle condizioni degradanti che vivono gli animali di queste aziende: ingozzati a forza, costretti in spazi microscopici senza mai vedere la luce del sole, spesso torturati gratuitamente dagli operatori. Costerà anche poco quella braciola di maiale impacchettata al discount, ma non avrà mai un buon sapore.
Basta davvero poco per tirar fuori delle valide alternative vegetariane e vegane: usiamo di più i legumi abbinati ai cereali, che forniscono un apporto proteico esagerato. Una vellutata di ceci e zucca, con pangrattato fritto e zuppetta di quinoa-farro-orzo vi garantirà sapore delizioso e salute. Perché fare sempre il solito secondo di carne, quando puoi inventare una melanzana ripiena con spuma al basilico?
Sì, lo so.
La cucina è un lavoro duro. Ripetitivo a volte. Fisico. E se non lo fate per lavoro, ma per “dovere” familiare, provare ad andare oltre le ricette che conoscete vi fa perdere tanto tempo.
Ci si lascia andare, si resta un po’ imbambolati a volte, si perde interesse nella sperimentazione.
Eppure…
Eppure dovrebbe essere proprio quello il motore che ci spinge a provare abbinamenti, a testare cotture, a ricercare ingredienti locali ormai abbandonati.
Invece di pomparci sempre carne rossa e bianca, facciamoci ispirare dai colori delle verdure di stagione.
Abbiamo un mondo a disposizione!
Qui trovate la ricetta della lasagna vegana !