In The Name Of Love: Il San Valentino al Bar Mincuccio


13 Febbraio 2022

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Cosa è l’amore?

Ne hanno scritto uomini e donne ben più intelligenti e abili di me. Per non parlare delle rappresentazioni visive come film, fotografie, dipinti. Ci sono cantautori che ci hanno fatto una carriera.

L’amore è qualcosa di talmente ampio che può racchiudere un’infinità di significati. Li conosciamo tutti quanti, è che spesso ce ne dimentichiamo perché veniamo alluvionati dalle piccole paranoie e noie quotidiane. Ci perdiamo in farneticazioni, autocommiserazioni, brancoliamo nel nervosismo per questioni che viste da una prospettiva diversa risultano essere delle vere e proprie quisquilie (che è un bel modo per non dire put*anate). I latini dicevano amor vincit omnia, e forse dovremmo ricordarcelo più spesso.

Per amore, per la concezione di amore che ho vissuto, ho chiesto a Marilù del Bar Mincuccio se avesse bisogno di una mano nel locale, in pasticceria.

“Marilù, io sto ferma da qualche tempo a parte cene da private chef e qualche catering sporadico… se proprio devo rompermi il c… la schiena per qualcuno, preferisco farlo per te che so che sei una persona meravigliosa, che ama il suo lavoro, che fa prodotti di altissima qualità!”

“Vale, manco a farlo apposta mo’ ci sta San Valentino. Che ne dici se ci facciamo sto weekend insieme e spingiamo sull’acceleratore con dei dolcini particolari?”

Il Bar Mincuccio di Palagiano è un’istituzione della pasticceria, tra Taranto e provincia. Non lo dico tanto per dire eh. Davvero: i loro prodotti spaccano. Fanno preparazioni mirate, non ambiscono ad avere una piccola pasticceria sterminata, ma quello che sfornano è paradisiaco. I loro panettoni, le colombe, i gelati, le tette delle monache. Ci ho lavorato ‘sto weekend e credetemi, ne ho assaggiati di ingredienti e di monoporzioni, ma mi farei duecento chilometri di bici solo per andare in deficit calorico e poi ricaricare a pompa con due guantiere di tette delle monache fatte da Marilù.

Nel nome dell’amore, mi sono votata a questa missione di San Valentino.

Sì, perché Marilù è per me un esempio di cosa voglia dire amare. Ha attraversato degli anni difficili. Già per tutti quanti noi la pandemia è stata pesante e screziata. Marilùè stata la moglie di Giuseppe Laterza, il figlio del fondatore del Bar Mincuccio. Giuseppe, purtroppo, per una brutta malattia, non c’è più. Erano una coppia clamorosa. Si ispiravano a vicenda in pasticceria. Si supportavano, sopportavano, sostenevano come le due estremità di una struttura muraria con l’arco a tutto sesto. Ma la vita è amara a volte, e toglie invece di dare. Tutto diventa freddo, di ghiaccio, all’improvviso. Quella è l’altra faccia dell’amore: la perdita definitiva. Solo l’estremità opposta dell’amore e della vita, ossia la morte, è irreversibile.

Per me è stata un’esperienza magica poter lavorare in un locale come il Bar Mincuccio, adibito totalmente a pasticceria. Niente friggitrici o griglie o cuocipasta, bensì impastatrici e gelatiera, forni, abbattitore per raffreddare subito le creme. Materie prime di qualità ultraterrena. Abbiamo lavorato da giovedì a domenica su un dolce che simboleggia il San Valentino, una creazione di Marilù. Monoporzione a forma di cuore, con una base di frolla e pandispagna con creme chantilly che racchiude uno scrigno di ganache al cioccolato e caramello fuso. Eccezionale. Dolcissimo, ma equilibrato.

Marilù è forte assai. Ha due figli stupendi. Lavora come un’operaia sovietica stacanovista, tutti i giorni, tutto il giorno. Ha gli occhi profondi, Marilù. E nonostante siano velati di una tristezza, di un dolore che non può scomparire con uno schiocco di dita e un soffio di vento, ci si scorge dentro una luce potente. Credo che lei sappia davvero cosa voglia dire amare. Non è mica facile. Amare è tosta. Eppure c’è ancora chi ci crede, chi resiste.

E’ passato poco più di un anno da quando Giuseppe se ne è andato, e Marilù ha voluto celebrare così San Valentino, la festa degli innamorati. Lavorando duro, a cannone, ma motivata da qualcosa che va oltre il desiderio di realizzare un bel dolce che piaccia a tutti. Spinta da qualcosa che non si spegne e arde continuamente, come un camino sempiterno.Perché alla fine, forse, hanno ragione i latini: amor vincit omnia.

Grazie Marilù, per avermi aperto le porte del tuo santuario laboratorio, per avermi insegnato tante ricette nuove, e soprattutto per avermi ricordato cosa significhi amare.